Il primo video del movimento " No Progetto Ponte ":
Le scrivo in qualità di ingegnere esperto di comunicazione e come uno dei tanti che seguono con attenzione le vicende legate alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Ho visto la mia foto ( pubblicata nel mio profilo Facebook ) che ha condiviso, un'immagine che mette in luce le difficoltà di comunicazione complesse con un pubblico non esperto, un tema di grande importanza.
Trovo che questa immagine sia uno spunto di riflessione cruciale per la delicata attività che la sua Commissione si trova ad affrontare. In questa fase, successiva all'approvazione da parte del CIPESS, il ruolo del Comune di Messina è più che mai fondamentale. È il momento in cui l'Ente locale deve diventare un punto di riferimento per l'informazione e il dibattito, superando la complessità tecnica e rendendo comprensibili a tutti le implicazioni del progetto.
La Commissione, presieduta da lei, ha l'opportunità di evitare che i cittadini si sentano esclusi dal processo decisionale. A tal fine, è essenziale che le comunicazioni non siano rivolte solo agli "addetti ai lavori", ma che siano chiare, accessibili e in grado di raggiungere tutti, superando ogni barriera di linguaggio o di conoscenza pregressa.
Le chiedo, dunque, di fare della Commissione un luogo di trasparenza, dove le informazioni sui progetti, le decisioni e le potenziali conseguenze per il nostro territorio siano condivise in modo aperto e comprensibile. Credo che questo sia il modo migliore per onorare il suo ruolo di Presidente e per garantire che il futuro della nostra città non sia deciso a porte chiuse o, peggio, con una comunicazione che non arriva a tutti.
Ringraziandola per l'attenzione che vorrà dare a questa mia lettera, Le auguro buon lavoro.
Cordialmente
Prof Ing Aldo Domenico Ficara
La dichiarazione IROPI, approvata dal
Consiglio dei Ministri, è un passaggio fondamentale per accelerare l'iter
burocratico e avviare i lavori del ponte. Questo documento, previsto dalla
normativa europea, permette di derogare a procedure di valutazione ambientale
più complesse, qualora l'opera sia ritenuta di interesse pubblico prevalente.
Nello specifico, le IROPI per il Ponte
sullo Stretto riguardano:
si presume che il ponte possa contribuire
a migliorare la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini.
l'opera potrebbe migliorare la gestione
delle emergenze e dei rischi legati alla mobilità.
questa affermazione è più complessa, in
quanto il ponte stesso potrebbe avere un impatto ambientale negativo. La
dichiarazione IROPI sembrerebbe quindi suggerire che i benefici complessivi,
inclusi quelli legati alla logistica e alla riduzione dell'inquinamento da
traffico, superino le conseguenze ambientali negative.
In sintesi, l'IROPI rappresentano un atto
che il governo utilizza per dare priorità al Ponte sullo Stretto, giustificando
la sua realizzazione nonostante potenziali impatti negativi, e accelerandone
l'iter.
“Questo è un progetto che non sta in piedi, è un castello di sabbia e noi non stiamo costruendo una strada comunale con qualche milione di euro, noi stiamo spendendo circa 20 miliardi di euro degli italiani per costruire un castello di sabbia”.
Lo ha affermato la deputata del Movimento 5 Stelle, Vittoria Baldino, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che ha dedicato l’apertura della trasmissione alla costruzione del Ponte sullo Stretto.
“Ci viene detto che siamo ideologici, io mi chiedo, sono ideologici quelli che chiedono un progetto esecutivo unico rispetto a una mega opera che ci costa 20 miliardi di Euro?”, ha detto Vittoria Baldino, “Siamo ideologici se chiediamo che è necessario fare dei test per verificare se i cavi effettivamente reggono?
Siamo ideologici se chiediamo che vengano fatti i rilievi come chiesto dalla Commissione via VAS sulle indagini geologiche geomorfologiche, sismologiche per vedere se questo ponte effettivamente starà in piedi, oppure è ideologico chi oggi manda a gara sostanzialmente in lotti per un progetto che non è neanche un progetto esecutivo, che non conosciamo la reale fattibilità?
Siamo ideologici noi o ideologico chi sottostima sostanzialmente il progetto dicendo che costerà 13 miliardi e mezzo, ma noi sappiamo che costerà molto di più, allora mi chiedo chi è ideologico, chi chiede se effettivamente questi soldi verranno spesi per un’opera che si potrà fare, porterà effettivamente un ritorno in termini sociali e di sviluppo oppure chi invece va con la propaganda a spendere miliardi di Euro?”.
Per Vittoria Baldino “la più grande opera che si possa fare per la Calabria e per la Sicilia sia portarle all’interno dell’Europa, sia dotarle di infrastrutture all’altezza di questo nome, sia quella di collegare gli aeroporti alle stazioni ed oggi non lo sono, sia quello di elettrificare le ferrovie ed oggi la maggior parte soprattutto nell’area ionica non lo sono, il 50% è a binario unico”.
Questa procedura in deroga, prescritta dalla stessa Commissione VIA-VAS (Valutazione di Impatto Ambientale), consente di realizzare un’opera nonostante gli impatti negativi, ma solo a tre condizioni ferree e non negoziabili, stabilite dalle direttive “Habitat” e “Uccelli”:
Il "giallo" del pedaggio, con la discrepanza tra la stima di 40 euro contenuta nello studio della Bocconi e l'annuncio dei 7 euro da parte della società "Stretto di Messina", verrebbe interpretato da Ficara ( pronto ad essere smentito con dati di fatto ) come un messaggio mirato agli analfabeti funzionali. Con questo termine si intendono le persone che, pur sapendo leggere, non sono in grado di comprendere e analizzare in modo critico un testo complesso, limitandosi a cogliere solo le informazioni più immediate, come ad esempio il titolo di un articolo ( tutta colpa di un sistema scuola che non funziona più, che non riesce a creare il cittadino del domani pienamente consapevole di ciò che lo circonda ).
In questa ottica, l'annuncio di un pedaggio di soli 7 euro non sarebbe una stima attendibile, ma un'esca mediatica. Tale cifra, facilmente memorizzabile e accattivante, servirebbe a generare consenso e a rassicurare la popolazione, senza che questa si curi di approfondire i dettagli e le contraddizioni presenti nella documentazione ufficiale del progetto. Il messaggio è "confezionato" per essere digerito rapidamente, offuscando la realtà più complessa e meno conveniente. La narrazione, secondo questa tesi, si basa su un'informazione semplificata e parziale, destinata a un pubblico che non ha gli strumenti o la volontà di verificare le fonti e le cifre reali.
, prevedeva che gli impalcati avessero una
pendenza trasversale verso l’interno, con una forma a cucchiaio. Si andava con
le corsie invertite: chi andava in Sicilia a sinistra, chi
verso il continente sulla destra. Questa soluzione è stata eliminata invertendo
le direzioni, quindi il cucchiaio è rovesciato., Questo cambiamento di
impostazione viaria ha comportato vari problemi, come il traffico dei
camion che è spostato verso l’esterno, il che porta a sollecitazioni
dinamiche dei pendini estremamente elevate su cui non è stato
fatto nessun calcolo. Cambia anche tutta l’azione del vento, è tutta un’altra
cosa rispetto al progetto di calcolo del 1992. Il progetto attuale
non è mai stato testato, non si sa come si comporta.
Pubblicato da Silicon Valley dello Stretto e curato dall'autorevole Ing. Aldo Domenico Ficara, questo volumetto si propone come un riferimento essenziale per chiunque desideri addentrarsi nelle complessità tecniche di un'infrastruttura che, pur ambiziosa, solleva interrogativi profondi sulla sua effettiva attuabilità costruttiva e sulla sua longevità.
Il Ponte sullo Stretto di Messina è un'opera che, nelle intenzioni, dovrebbe ridefinire i limiti dell'ingegneria civile. Con una campata centrale sospesa da record di 3.300 metri e torri che si innalzeranno per 399 metri, supererebbe ogni precedente a livello mondiale.
Tuttavia, come evidenziato nel volumetto, l'ambizione del progetto si scontra con una serie di criticità tecniche che mettono in discussione la sua stessa fattibilità costruttiva. L'Ing. Emanuele Codacci Pisanelli, esperto di ponti di fama internazionale, ha definito il progetto "vecchio e pieno di assurdità", sollevando dubbi significativi sui cavi e sulle prove sismiche e aerodinamiche.
Il cuore del problema risiede nei quattro cavi principali, ciascuno un'intricata tessitura di oltre 44.000 fili d'acciaio ad alta resistenza.
fatica dei materiali, ovvero la tendenza di un componente a rompersi sotto carichi ciclici ripetuti, anche se inferiori alla sua resistenza statica. Ma come si garantisce che questi "tendini" d'acciaio resistano per due secoli in un ambiente così ostile?
Il volumetto illustra come la fatica si manifesta in diverse forme sui cavi del ponte:
Fatica Assiale: le continue sollecitazioni dovute al traffico veicolare e ferroviario, oltre alle fluttuazioni del vento.
Fatica da Fretting (o sfregamento): un fenomeno insidioso che si verifica nelle zone di contatto tra i cavi e le loro selle di supporto.
Fatica da Corrosione: un nemico silenzioso ma potente, amplificato dall'ambiente salmastro dello Stretto.
Fatica Indotta Sismicamente: un fattore di rischio non trascurabile in una delle aree a più alta sismicità del Mediterraneo.
Il libro non si limita a descrivere i problemi, ma approfondisce anche le metodologie di prova e gli standard internazionali (Eurocodici, ASTM, AASHTO) che guidano queste verifiche.
Il volumetto conclude sottolineando che, sebbene il monitoraggio continuo della struttura sia proposto come strumento essenziale per la gestione della fatica durante la vita operativa
Alberto Prestininzi, nato 08.04.1944, originario di Caulonia, già ordinario di Ingegneria della Terra all'Università La Sapienza di Roma, è il coordinatore del Comitato tecnico scientifico sul Ponte dello Stretto. Era già stato membro del CTS della società Ponte sullo Stretto dal 2001 al 2012.
E’ stato il fondatore del Centro di Ricerca CERI "Previsione Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici" dell'Università di Sapienza di Roma dove ha coperto la carica di Direttore dalla sua fondazione, 2005, sino al 2014. E’ stato Direttore del Master Internazionale di II livello Rischio Idrogeologico e Rischio Sismico dell’Università Sapienza di Roma, rispettivamente, dal 1986 al 2014. Membro del Comitato Tecnico Scientifico per il Ponte sullo Stretto di Messina dal 2001 sino al 30 giugno 2012. E’ stato membro effettivo del Consiglio Superiore del Lavori Pubblici dal 1990 al 2012. E' stato Presidente della Commissione Grandi Rischi del Dipartimento di Protezione Civile, Sezione Rischio Idrogeologico per il periodo 2001-2006. E' Stato Direttore del Dipartimento di Geologia Applicata dell'Università Carlo Bo di Urbino (1997-2000). E’ Socio di NHAZCA S.r.l. e Presidente Onorario.
Il prof. Claudio Borri, nato nel 1953 a Figline Valdarno, FI, ingegnere civile, dal 2001 è Prof. Ordinario di Scienza delle Costruzioni presso il Dip.to di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, con specializzazioni in ingegneria strutturale, meccanica computazionale, ingegneria del vento e aerodinamica delle costruzioni.
È stato Direttore del “Centro Interuniversitario di Aerodinamica delle Costruzioni e Ingegneria del Vento” e del suo laboratorio/galleria del vento fino al 2012 e successivamente Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’ Università di Firenze fino al 2017.
Il Prof. Dott. Andreas Taras è un rispettato esperto nel campo delle costruzioni in acciaio e composite, attualmente professore ordinario all'ETH di Zurigo dal 2019.
In questo ateneo ricopre il ruolo di direttore dell’Istituto d’Ingegneria Strutturale nonché di coordinatore del piano di studi di ingegneria civile. Le sue attività di ricerca si concentrano sull’ambito della stabilità e del comportamento a fatica di elementi metallici, sull’uso di metodi di analisi non-lineare e dell’intelligenza artificiale nella progettazione di strutture portanti in acciaio e miste acciaio-calcestruzzo ed acciaio-legno, e sulla determinazione ed il monitoraggio dei carichi accidentali dei ponti stradali e ferroviari. È attivo in vari gruppi di normativa tecnica europea ed i suoi lavori hanno portato a numerose innovazioni negli Eurocodici 3 e 4.
Sara Muggiasca è un'esperta in ingegneria meccanica, specializzata nell'interazione fluido-struttura e nella aerodinamica, con un interesse particolare per l'energia eolica, gli yacht e le strutture civili. Ha ottenuto il suo dottorato di ricerca in Ingegneria dei Sistemi Meccanici nel 2006 al Politecnico di Milano, dove ricopre dal 2021 il ruolo di Professore Associato nel Dipartimento di Ingegneria Meccanica. Ha collaborato in diversi progetti di ricerca, occupandosi sia di analisi sperimentali che numeriche, e ha contribuito allo sviluppo di modelli numerici.
Attualmente è la Direttrice della Galleria del Vento del Politecnico di Milano.
Mauro Dolce è nato il 19.07.1953 ed è un professore e ricercatore nel campo dell'Ingegneria Strutturale e Sismica, con una posizione di Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni all'Università di Napoli Federico II dal 1994. Ha ricoperto ruoli di elevata responsabilità, come Direttore Generale presso il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile dal 2006 al 2021 e Assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici della Regione Calabria tra dicembre 2021 e gennaio 2023.
Francesco Karrer è nato Roma il 30.01.1942. Si è laureato in architettura nel 1967 ed è stato professore ordinario di Urbanistica presso La Sapienza Università di Roma (in quiescenza), già Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e Commissario Straordinario al Porto di Napoli.
É autore di numerose pubblicazioni scientifiche in Italia ed all’estero.
Ha presieduto la Commissione che ha predisposto il regolamento di attuazione dell’art. 23 del Dlgs. n. 157/95 che ha portato al DPCM n. 116/97 (anche detto «decreto Karrer»).
Giuseppe Muscolino è attualmente Professore Ordinario di Scienza delle Costruzioni presso la Facoltà/Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Messina, ruolo che ricopre dal 1992.
È stato membro del comitato scientifico di Stretto di Messina S.p.A., la società mandataria per la costruzione del Ponte dello Stretto di Messina, dal 2005 al 2006 e dal 2010 al 2012. Nel 2022 ha ricevuto il prestigioso “IASSAR Distinguished Research Award”.
Paolo Fuschi è nato il 12 febbraio 1962 ed è professore ordinario di Meccanica delle Strutture presso l’Università di Reggio Calabria.
Alessio Ferrari è Professore Ordinario di Ingegneria Geotecnica presso l'Università degli Studi di Palermo, ed è Associato di Ricerca presso Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL), in Svizzera.
Un punto di convergenza fondamentale tra le analisi di Codacci Pisanelli e Ficara riguarda la stabilità aerodinamica del ponte. Entrambi sottolineano come le particolari condizioni di vento nello Stretto, non solo forte ma anche turbolento, rendano il progetto particolarmente vulnerabile. Codacci Pisanelli critica il fatto che non sia stata ancora effettuata una simulazione in galleria del vento del progetto attuale, considerato un'evoluzione di quello del 1992, mai testato completamente. Ficara approfondisce questo aspetto, citando il fenomeno del flutter aeroelastico – una sorta di instabilità che può portare a oscillazioni crescenti e incontrollabili, come accadde con il crollo del Tacoma Narrows Bridge. La lunghezza del ponte (3,3 km) lo rende, secondo Ficara, particolarmente esposto a questo rischio, dato che una lunghezza maggiore corrisponde a una frequenza naturale di torsione e flessione più bassa.
Il rischio sismico è un altro elemento chiave su cui i due esperti esprimono forti dubbi. Il professor Ficara evidenzia la complessità della zona, una delle più sismicamente attive d'Europa, e la necessità di una progettazione che tenga conto di un'elevata accelerazione di picco del suolo (PGA), stimata in 0.5g. Ficara sottolinea anche la presenza del "sistema di faglia dello Stretto di Messina" e il pericolo che un sisma locale, con una forte componente verticale e orizzontale, possa compromettere la stabilità delle torri e dei cavi.
Codacci Pisanelli, pur non entrando nel dettaglio tecnico della PGA, mette in discussione la metodologia stessa delle verifiche sismiche, osservando che nel progetto non è stato specificato lo spessore della pavimentazione, un dettaglio cruciale che influenza le masse dell'impalcato e, di conseguenza, i calcoli sismici. Secondo l'ingegnere, la verifica sismica andrebbe fatta dopo aver stabilito la pavimentazione, e non il contrario.
Ficara affronta in modo estensivo il tema delle fondazioni, definendole uno dei punti più deboli del progetto. Descrive la geologia del fondale marino come complessa e non uniforme, con la presenza di sedimenti sciolti e faglie. Avverte che in caso di terremoto i sedimenti sabbiosi potrebbero subire un fenomeno di liquefazione, perdendo la loro capacità portante e mettendo a rischio la stabilità delle torri. Codacci Pisanelli, pur non menzionando le fondazioni nel dettaglio, rimarca che il progetto è datato e che l'utilizzo di materiali annunciati come "nuovi" (cavi, acciaio, pendini) lo renderebbe di fatto un progetto da rifare da capo.
Ficara prosegue parlando di manutenzione e materiali, sottolineando il problema della corrosione salina in un ambiente marino. Sottolinea come i costi di manutenzione e ispezione di un'opera di queste dimensioni siano spesso sottostimati e potrebbero renderla economicamente insostenibile nel tempo.
L'ingegnere Codacci Pisanelli solleva anche questioni procedurali e normative. Fa notare come le pendenze previste per il passaggio ferroviario (fino al 4%) non siano compatibili con le norme ferroviarie internazionali e le specifiche UIC, che limitano la differenza di altezza tra le rotaie a 3 mm, contro i 60 mm previsti dal progetto. Inoltre, si chiede come sia possibile autorizzare l'inizio delle "fasi esecutive" quando il Comitato tecnico-scientifico ha sollevato 68 osservazioni tecniche, senza che l'intero progetto sia stato approvato.
Infine, entrambi gli esperti, con le loro analisi, mettono in discussione la fretta con cui si sta procedendo. Ficara sottolinea come i rischi potenziali superino di gran lunga i benefici promessi, mentre Codacci Pisanelli si dice sorpreso dalla superficialità e dalla fretta. Entrambi, in sostanza, invitano a una maggiore cautela e a una revisione approfondita del progetto, basata su evidenze scientifiche e non su tempistiche politiche.
La Commissione VIA VAS, pur riconoscendo gli impatti ambientali, ha autorizzato il progetto in deroga, prescrivendo la cosiddetta procedura di “livello III della VINCA”. Questa deroga, tuttavia, è subordinata a tre condizioni ineludibili:
Assenza di alternative: non ci devono essere altre opzioni valide.
Motivi imperativi di rilevante interesse pubblico: il progetto deve essere giustificato da ragioni di primaria importanza.
Interventi ambientali compensativi: le opere devono compensare gli impatti negativi.
Secondo le associazioni, nessuna di queste condizioni è stata soddisfatta in modo convincente.
Le associazioni contestano la fondatezza dei motivi imperativi di rilevante interesse pubblico addotti dal Governo, che includono la sicurezza militare, sanitaria e di protezione civile. Tali argomentazioni sono state ritenute strumentali per evitare la consultazione dell'Unione Europea, che altrimenti sarebbe stata obbligatoria.
Sicurezza militare: l'idea che il Ponte sia strategicamente utile per la difesa è definita "paradossale", poiché diventerebbe un obiettivo primario in caso di conflitto.
Protezione civile: le motivazioni non tengono conto del rischio di collasso della mobilità in caso di terremoto e ignorano la gestione esistente dei mezzi di soccorso, come i canadair.
Motivazioni sanitarie: si sostiene che il Ponte migliorerebbe l'accesso ai servizi sanitari, ma le associazioni ritengono che i problemi del sistema sanitario locale siano legati alla carenza di mezzi e risorse, e non all'attraversamento dello Stretto.
La Commissione VIA VAS, secondo il reclamo, ha semplicemente preso atto di queste motivazioni senza entrare nel merito, delegando di fatto la responsabilità al Governo.
Il reclamo solleva forti dubbi anche sull'analisi delle alternative. La soluzione a campata unica è stata imposta da una legge del 2023, e la Commissione VIA VAS si sarebbe limitata a ratificare l'analisi dei proponenti, senza svolgere una valutazione imparziale e obiettiva, come richiesto dalle direttive europee. Questa ratifica viene definita di "carattere notarile".
Infine, le misure compensative proposte vengono giudicate "gravemente insufficienti". Le associazioni evidenziano una carenza di analisi naturalistiche aggiornate e un'evidente sottostima degli impatti cumulativi e sinergici. A riprova di ciò, viene citato un parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che definisce gli impatti su alcune specie a rischio "non mitigabili né compensabili". L'uso di dati obsoleti del 2011 per stimare l'incidenza sull'avifauna migratrice è un ulteriore elemento di critica.
In un contesto in cui il dibattito pubblico rischia di rimanere soffocato, emerge un'iniziativa dal basso che mira a riaprire il dialogo: Zancle News. Non si tratta di una redazione tradizionale, ma di uno spazio online pensato per chiunque voglia condividere il proprio punto di vista in modo costruttivo e rispettoso. Il nome stesso, Zancle, evoca le origini più antiche di Messina, a sottolineare il legame profondo con la città e la sua comunità.
L'idea alla base di Zancle News è semplice ma potente: offrire una piattaforma aperta a tutti, senza barriere economiche o editoriali stringenti. Gli articoli non vengono scelti in base a logiche di mercato o a posizioni politiche, ma per la loro capacità di arricchire il dibattito cittadino. Il meccanismo di invio è diretto e democratico, passando per i "post in sospeso" del relativo gruppo Facebook, un luogo dove le idee possono essere proposte e discusse prima di essere divulgate.
Questa iniziativa non vuole sostituire i giornali esistenti, ma affiancarli, creando una valvola di sfogo per le opinioni che altrimenti rimarrebbero inascoltate. In un'epoca in cui le informazioni corrono veloci, l'importanza di avere uno spazio dove la qualità dei contenuti e la "giusta forma" prevalgano sulle logiche commerciali è fondamentale. Zancle News si propone così di diventare un megafono per chiunque abbia qualcosa da dire sulla propria città, riportando al centro del dibattito la pluralità di voci che compongono la comunità messinese.
Messina, la città dello Stretto, dove il sole bacia il mare e la storia sussurra tra le rovine di un passato glorioso. Una terra che ha visto imperi nascere e cadere, che ha resistito a terremoti e invasioni, forgiando nel suo popolo un'indole fiera, resiliente e, soprattutto, libera. Una libertà che, da secoli, si manifesta anche attraverso il coraggio di esprimere il proprio pensiero, di sollevare la voce contro le ingiustizie, di non piegarsi di fronte al potere. È questo spirito indomito, questa eredità di fierezza che i messinesi portano nel sangue, un'eredità che non può e non deve essere zittita.
È proprio in virtù di questa nobile tradizione che i recenti avvenimenti hanno suscitato non solo indignazione, ma anche una profonda riflessione. Quando la critica, intesa come uno degli strumenti più preziosi della democrazia, viene non solo ignorata, ma addirittura svilita e denigrata con parole indegne, si tradisce non solo un principio, ma l'anima stessa di una comunità. Il recente episodio, scatenato dalle legittime preoccupazioni dei residenti della riviera Nord riguardo alle restrizioni imposte per le Frecce Tricolori, non è solo un semplice scontro di opinioni. È la dimostrazione di come la voce del popolo, quando osa sollevare "criticità" (leggi: disagi reali), venga percepita da alcuni come un fastidioso rumore da spegnere.
Il popolo messinese non è un gregge che si muove al comando, ma un insieme di individui pensanti, ognuno con il diritto e il dovere di contribuire al bene della propria città. Definire "sciacalli" coloro che esprimono un dissenso, per quanto scomodo, è un'offesa non solo a chi ha avuto il coraggio di parlare, ma a tutta la storia di una città che ha sempre lottato per la propria autonomia e dignità. Messina, con i suoi eroi e i suoi martiri, con le sue lotte e le sue rinascite, ha sempre dimostrato che il silenzio non è mai stato un'opzione. La nostra storia ci insegna che la vera forza di una comunità risiede nella sua capacità di dialogare, di confrontarsi, di superare le difficoltà insieme. L'eleganza di una città non si misura nell'assenza di critiche, ma nella nobiltà con cui si affrontano. È giunto il momento di ricordare che a Messina, la libertà di espressione non è un fastidio, ma una conquista secolare.
Riportiamo in verde i nominativi degli eletti al nuovo consiglio dell'Ordine degli Ingegneri di Messina