Aerodinamica e vento: il rischio "flutter"
Un punto di convergenza fondamentale tra le analisi di Codacci Pisanelli e Ficara riguarda la stabilità aerodinamica del ponte. Entrambi sottolineano come le particolari condizioni di vento nello Stretto, non solo forte ma anche turbolento, rendano il progetto particolarmente vulnerabile. Codacci Pisanelli critica il fatto che non sia stata ancora effettuata una simulazione in galleria del vento del progetto attuale, considerato un'evoluzione di quello del 1992, mai testato completamente. Ficara approfondisce questo aspetto, citando il fenomeno del flutter aeroelastico – una sorta di instabilità che può portare a oscillazioni crescenti e incontrollabili, come accadde con il crollo del Tacoma Narrows Bridge. La lunghezza del ponte (3,3 km) lo rende, secondo Ficara, particolarmente esposto a questo rischio, dato che una lunghezza maggiore corrisponde a una frequenza naturale di torsione e flessione più bassa.
La sfida sismica: PGA e faglie attive
Il rischio sismico è un altro elemento chiave su cui i due esperti esprimono forti dubbi. Il professor Ficara evidenzia la complessità della zona, una delle più sismicamente attive d'Europa, e la necessità di una progettazione che tenga conto di un'elevata accelerazione di picco del suolo (PGA), stimata in 0.5g. Ficara sottolinea anche la presenza del "sistema di faglia dello Stretto di Messina" e il pericolo che un sisma locale, con una forte componente verticale e orizzontale, possa compromettere la stabilità delle torri e dei cavi.
Codacci Pisanelli, pur non entrando nel dettaglio tecnico della PGA, mette in discussione la metodologia stessa delle verifiche sismiche, osservando che nel progetto non è stato specificato lo spessore della pavimentazione, un dettaglio cruciale che influenza le masse dell'impalcato e, di conseguenza, i calcoli sismici. Secondo l'ingegnere, la verifica sismica andrebbe fatta dopo aver stabilito la pavimentazione, e non il contrario.
Fondazioni e materiali: l'ambiente geologico e la corrosione
Ficara affronta in modo estensivo il tema delle fondazioni, definendole uno dei punti più deboli del progetto. Descrive la geologia del fondale marino come complessa e non uniforme, con la presenza di sedimenti sciolti e faglie. Avverte che in caso di terremoto i sedimenti sabbiosi potrebbero subire un fenomeno di liquefazione, perdendo la loro capacità portante e mettendo a rischio la stabilità delle torri. Codacci Pisanelli, pur non menzionando le fondazioni nel dettaglio, rimarca che il progetto è datato e che l'utilizzo di materiali annunciati come "nuovi" (cavi, acciaio, pendini) lo renderebbe di fatto un progetto da rifare da capo.
Ficara prosegue parlando di manutenzione e materiali, sottolineando il problema della corrosione salina in un ambiente marino. Sottolinea come i costi di manutenzione e ispezione di un'opera di queste dimensioni siano spesso sottostimati e potrebbero renderla economicamente insostenibile nel tempo.
Questioni normative e contrattuali
L'ingegnere Codacci Pisanelli solleva anche questioni procedurali e normative. Fa notare come le pendenze previste per il passaggio ferroviario (fino al 4%) non siano compatibili con le norme ferroviarie internazionali e le specifiche UIC, che limitano la differenza di altezza tra le rotaie a 3 mm, contro i 60 mm previsti dal progetto. Inoltre, si chiede come sia possibile autorizzare l'inizio delle "fasi esecutive" quando il Comitato tecnico-scientifico ha sollevato 68 osservazioni tecniche, senza che l'intero progetto sia stato approvato.
Infine, entrambi gli esperti, con le loro analisi, mettono in discussione la fretta con cui si sta procedendo. Ficara sottolinea come i rischi potenziali superino di gran lunga i benefici promessi, mentre Codacci Pisanelli si dice sorpreso dalla superficialità e dalla fretta. Entrambi, in sostanza, invitano a una maggiore cautela e a una revisione approfondita del progetto, basata su evidenze scientifiche e non su tempistiche politiche.
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